19 Febbraio 2023
Col des Trois Evèchés
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Un'altra bella gita Domenica 19 Febbraio in Francia questa volta verso il Col des Trois Evêchés.
I partecipanti sono 13, fra sciatori e ciaspolatori, giunti non solo da tutta la valle ma anche da Rubiana, Collegno, Torino e addirittura da Milano. Il ritrovo è alle 6:30 a Bussoleno ma date le varie provenienze formiamo gli equipaggi lungo il tragitto. La fermata per il caffè è obbligatoria, ma veloce.
Giungiamo al parcheggio dove numerose altre auto sono già presenti per le varie gite nella zona. Ci dirigiamo verso la nostra meta che doveva essere inizialmente il Pic Blanc du Galibier, ma poi... ci siamo trovati nel vallone dei Tre Vescovi o Trois Evêchés..
La zona è molto bella e la neve è continua su questo itinerario. La giornata è molto bella e soleggiata ma con una brezza costante che mantiene le temperature generalmente non eccessivamente calde. Fa eccezione un ripido canale incassato e riparato dal vento che ci porta avanti nel tempo di due mesi almeno. Pare di essere in primavera inoltrata fra neve bella dura e caldo estivo.
Complimenti ai ciaspolatori per avere affrontato stoici ripidi pendii e traversi piuttosto impegnativi.
Ai piedi dell'ultimo pendio prima del colle dei tre Vescovi, in un ampio vallone spettacolare decidiamo di fermarci.
Abbiamo di fronte un panorama bellissimo. Siamo al cospetto degli Ecrin e guardandoci intorno cerchiamo di identificare le cime, ricordando le salite passate. Togliamo velocemente le pelli e facciamo un breve spuntino. Poi riscendiamo per la bella valle percorsa in salita.
La neve ha un po' "mollato", ma resta comunque portante. Ci fiondiamo nei canali pennellando a dovere il pendio.
Bellissima sorpresa al rientro con il punto ristoro offerto da Cristina e Beppe che invece hanno raggiunto il pic Blanc du Galibier e ci hanno aspettato offrendoci bollicine, salame e torta. Degna conclusione di una giornata molto bella.
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato. Ci vedremo alla prossima uscita sulla neve, sperando che le condizioni lo permettano ancora.
Sissi Ainardi